Lettera

Gianna mi scrive:
Gentile signor Angelo,
Con gli occhi ancora umidi ho appena chiuso il libro sull’ultima pagina del suo romanzo “Calzini di polvere” e già sento il bisogno di scriverle.
Ci siamo incontrati durante il suo monologo al “Re Ferdinando” di Ischia porto nell’aprile scorso e, dopo le sue parole e il suo libro, io e mio marito ci siamo accorti, con piacere, di essere persone di “cuore”, come dice lei, più napoletani che milanesi.
Ho letto con grande piacere le sue pagine (senza offesa, devo confessarle perlopiù nel mio bagno con la porta rigorosamente chiusa a chiave, ricordando le sue parole, per rispettare la mia intimità personale e mentale) e non posso che ringraziarla per il bene che ne ho ricevuto.
Come ho detto a sua moglie quella sera, Laura è una donna fortunata e così i suoi figli, ma ora dico che lo siamo anche noi per averla conosciuta.
Ancora grati la salutiamo con affetto

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