– Il narratore, palese ed onnisciente, prendendoci per mano ci guida alla scoperta di quest’isola “che non c’è”.
In un paesaggio da fiaba, bello e impossibile, in cui non esistono, però, nè orchi nè streghe, percepiamo odori e sapori mediterranei accompagnati dalla musica rock del dialetto ischitano che, pur mettendo un pò alla prova il lettore, lo sollecita a ballare.
Passato e presente, ricchezza e povertà si fondono mirabilmente in un clima caldo di amore e di amicizia, dove ogni cosa trova la sua ragione di essere.
Il lettore, alla fine, contento e riconciliato con il mondo, “scapezzea nu poco”.-
Sono contenta di aver letto il suo libro che mi ha dato una sferzata di ottimismo e positività. Spero di poter leggere presto anche gli altri.
Cordialmente
Maria Carmina De Leonardis